Cos'è la decisione
La decisione è stata definita come: “la capacità di valutare e di scegliere, all’interno di un ventaglio di opzioni differenti, quella che possa garantirci il miglior risultato possibile”.
Tale capacità non opera isolatamente e non si esaurisce in un singolo atto, ma piuttosto, richiede l’apporto di competenze psicologiche di tipo cognitivo ed emotivo e si snoda lungo un arco di tempo. Pertanto, per indicarne la complessità, è più corretto parlare di processo decisionale.
Quali sono i fondamenti della decisione?
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le basi cognitive
ovvero reperire informazioni, prestare attenzione, memorizzarle, elaborarle, confrontarle tra loro per soppesarne costi e benefici
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le basi emotive
le emozioni sono parte integrante del processo decisionale in diversi momenti: essere felici, o tristi, o arrabbiati, o delusi, o in ansia mentre dobbiamo valutare le diverse opzioni influenza il nostro approccio alla scelta. Inoltre, cerchiamo di prendere la decisione buona, giusta, ovvero la decisione che non ci farà pentire in futuro, che non ci farà rimpiangere le opzioni che abbiamo scartato.
Quante decisioni prendiamo ogni giorno?
Alcune fonti sostengono che ogni giorno prendiamo in media 35.000 decisioni.
Vi sembrano troppe? Forse sì, ma certamente il numero dipende da diversi fattori quali l’età l’ambiente, ovvero l’insieme delle condizioni sociali, culturali, lavorative in cui l’individuo si trova a vivere.
Facciamo una prova: provate a contarle.
Le decisioni sono tutte uguali?
No. Possiamo classificarle utilizzando diversi criteri:
a. grado di sicurezza legato all’esito della decisione
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scelte in condizioni di certezza: un certo risultato si manifesterà senza alcun dubbio in presenza di una data azione
Siamo nell’ambito delle teorie economiche classiche che descrivono la scelta razionale compiuta da un individuo pienamente razionale. Fare una scelta razionale in condizioni di certezza significa selezionare un’opzione all’interno di un menù. Di questa scelta conosciamo l’esito, o gli esiti possibili.
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scelte in condizioni di rischio: le probabilità dei diversi eventi sono note
Siamo nel campo del calcolo probabilistico: es: lotterie, giochi d’azzardo, ma anche il campo medico, il campo assicurativo, ...
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scelte in condizioni di incertezza: quando le probabilità dei differenti esiti sono sconosciute
L’incertezza si collega ad una probabilità soggettiva, alla percezione. La percezione è il processo attraverso cui l’ individuo organizza e interpreta le proprie impressioni sensoriali per dare un significato all’ambiente, è la modalità con cui l’individuo percepisce la realtà.
La maggior parte delle nostre decisioni viene presa in condizione di incertezza.
b. lunghezza del processo decisionale
Alcuni processi decisionali sono brevi, in quanto si esauriscono in un solo momento e le conseguenze normalmente sono immediate.
Altri sono lunghi, perché richiedono più momenti e più fasi consecutive. Siamo nell’ambito delle scelte intertemporali.
c. principio di elaborazione: elaborazione superficiale o sistematica
la psicologia sociale e Kahneman ci spiegano come il processo decisionale sia caratterizzato da due modi di pensiero ben distinti: uno veloce e intuitivo (Sistema 1- S1), l’altro più lento e piu’ riflessivo (Sistema 2- S2).
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elaborazione superficiale – S1
normalmente dedichiamo un’attenzione superficiale all'enorme volume di informazioni che possediamo o che ci arrivano dall’ambiente esterno. Traiamo inferenze, formuliamo giudizi facendo affidamento sulle informazioni più accessibili e salienti, utilizziamo scorciatoie mentali compiendo uno sforzo minimo di elaborazione. Le euristiche sono guidate da S1.
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elaborazione sistematica – S2
A volte però siamo motivati a valutarle più in profondità.
Questo avviene quando notiamo che gli eventi non corrispondono alle nostre aspettative o quando i nostri principi motivazionali (padronanza, affiliazione) vengono minacciati, allora dedichiamo tempo ed energia a elaborare le informazioni in maniera più completa e approfondita. Ecco allora che S2 interviene e svolge un lavoro più faticoso, più impegnativo, sottraendo maggiori risorse cognitive.
Quali sono gli approcci allo studio della decisione in contesto di rischio e incertezza?
Due approcci:
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Approccio normativo
si basa su teorie normative, ovvero su teorie che definiscono la scelta razionale compiuta da un individuo pienamente razionale che grazie all’applicazione del calcolo probabilistico ed altri calcoli logico-matematici è sempre in grado di massimizzare la propria utilità.
L’approccio normativo studia gli assiomi e i criteri alla base di tali decisioni.
All’interno di questo approccio si collocano le teorie sviluppate da economisti e matematici.
La teoria di riferimento è la Expected Utility Theory (Teoria dell’Utilità Attesa) di von Neumann e Morgenstern (1947)
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Approccio descrittivo
si basa su teorie descrittive cioè su teorie che descrivono come gli individui scelgono e prendono una decisione nella realtà.
All’interno di questo approccio si collocano le teorie sviluppate dagli psicologi a partire dagli anni’70 del secolo scorso.
Il presupposto fondamentale dell’approccio descrittivo allo studio della decisione è costituito dal concetto di “razionalità limitata”. Questo concetto è stato introdotto da Simon a partire dagli anni ‘50 del secolo scorso, per evidenziare i limiti insiti nelle capacità cognitive dell’individuo: limiti relativi alla memoria, all’attenzione, al modo di ragionare, al tempo limitato a disposizione. Inoltre, un individuo che, influenzato dal punto di vista e dal modo di agire di amici e parenti, si conforma ai loro giudizi che spesso assumono valore di norma sociale.
In tutto ciò non dimentichiamo il ruolo giocato dalle emozioni: sia nella fase di valutazione delle opzioni disponibili, allorché alcune suscitano nell'individuo emozioni anticipate che possono già essere determinanti nell’orientare la sua scelta, che a scelta avvenuta. In questo caso, se l’esito della decisione non corrisponde esattamente a quello che si era prefigurato è assai probabile che il nostro decisore possa esperire la dolorosa emozione post-decisionale del regret, del rammarico.
Un decisore che, dovendo necessariamente giungere ad una decisione, utilizza efficienti forme adattive di ragionamento, giudizi intuitivi, scorciatoie mentali (euristiche) che lo aiutano a districarsi in un mondo incerto e spesso incorre in errori sistematici di ragionamento (bias). Un individuo che alla fine, compirà una scelta sufficientemente buona, non la migliore in assoluto come ipotizzato dalle teorie normative.
La teoria di riferimento è la Prospect Theory o Teoria del Prospetto, formulata dagli psicologi israeliani D. Kahneman (premio Nobel economia 2002) e A. Tversky nel 1979.
Con l’approccio descrittivo, siamo nell’ambito dell’ Economia Comportamentale, disciplina che studia gli effetti dei fattori psicologici cognitivi ed emotivi, culturali e sociali sulle decisioni degli individui ed evidenzia come tali scelte spesso siano lontane da quelle ipotizzate dai modelli standard della teoria economica classica.
L’economia comportamentale, quindi, integra nei modelli economici classici gli aspetti del comportamento umano evidenziati dagli psicologi.
Gli economisti classici sostengono che gli individui perseguono un obiettivo ben definito: la massimizzazione dell’utilità; dove per utilità si intende il piacere, il benessere, o la soddisfazione che si ottiene dal consumo di beni e servizi.
Gli economisti comportamentali, invece, evidenziano come alcuni comportamenti non siano coerenti con alcun tipo di massimizzazione.
Facciamo due semplici esempi:
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io sono molto golosa di gelato, ma sono anche molto attenta alla dieta; pertanto, rinuncio a tenere il gelato in casa per evitare tentazioni. Il mio comportamento è in contrasto con il concetto del consumatore razionale che massimizza l’utilità. Inoltre, un consumatore razionale dovrebbe essere in grado di resistere alle tentazioni.
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perché mi ostino a tenere in portafoglio alcune azioni la cui quotazione sta scendendo di giorno in giorno? Perché spero che il prezzo prima o poi salga ad un livello tale da compensare almeno parzialmente le perdite. Quando avverrà ciò? Razionalmente dovrei decidere di vendere queste azioni e utilizzare il denaro per acquistare, ad esempio, un’auto nuova visto che quella che possiedo sta cadendo a pezzi.
Gli economisti comportamentali danno una spiegazione a questi ed altri aspetti del comportamento economico che prescindono dal concetto di massimizzazione prendendo in considerazione l’effettivo processo mentale messo in atto dalle persone quando devono prendere delle decisioni.
Perché è importante conoscere le dinamiche del processo decisionale?
Conoscere, comprendere le basi, le dinamiche del processo decisionale è indispensabile alfine di evitare alcune trappole mentali e giungere ad una decisione migliore, una decisione che ci farà stare bene, che non ci farà provare rimpianto.
Take a better decision!